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"Saluzzo. Viaggio sentimentale nella città di ieri" di Giacinto Bollea è un vibrante omaggio che fonde parole e foto in un atto d'amore per la sua città. Non è solo un libro, è un'immersione appassionata nella Saluzzo che fu! Ogni scatto e racconto dialoga, rivelando l'anima più nascosta di piazze, vicoli e dettagli a rischio di oblio. Bollea, con potenza visiva, ci guida in scenari scomparsi e trasformati: dalla fontana di Piazza Garibaldi al maestoso "Cedro del Libano". Scoprite il calore di una vita comunitaria fedele, confrontando l'oggi e lo ieri. È un invito a riscoprire Saluzzo con occhi nuovi e a toccare con mano un patrimonio emotivo e storico che aspetta solo di essere (ri)vissuto!.
Saluzzo. Viaggio sentimentale nella città di ieri è un ponte tra passato e presente, un vibrante omaggio in parole e immagini di Giacinto Bollea alla sua amatissima città. È un’immersione profonda e appassionata nella Saluzzo che fu, dove ogni scritto dialoga con lo scatto fotografico per rivelare l’anima nascosta dei luoghi. Preparatevi per un viaggio fuori dal tempo alla scoperta di dettagli che rischiano di scomparire, ma che rie–mergono vividi tra queste pagine. La narrazione, guidata dalla potenza visiva delle foto, spazia dalla singolare prospettiva degli “ombrelli bianchi in via Gualtieri” al ricordo della grande fontana di Piazza Garibaldi, oggi trasferita a pochi metri dalla Cattedrale. Bollea ci conduce in scenari trasformati o scomparsi: dalla maestosità del “Cedro del Libano” nel giardino della casa dei della Chiesa d’Isasca, ai portici Scuri e al suo Mërcà dle fomne... Nel dialogo silenzioso tra la Torre Civica e il Campanile di San Giovanni, l’autore ci incanta con il Giardino delle Peonie di Villa Sella e la Vergine innevata della “Croce Nera”. Questo volume è un invito a riscoprire il calore della vita comunitaria e l’anima fedele di una città, che si svela attraverso il confronto emotivo tra l’oggi e lo ieri catturato dall’obiettivo. Un vero atto d’amore che illumina l’autunno della vita!
...“può davvero riscaldare l’autunno della vita, quando a raccontarlo è chi ne ha saputo riconoscere e vivere, con gratitudine e stupore, ogni atmosfera. Perché scrivere un libro è far volare le parole. Perché morire scrivendo, è continuare ad essere vicino a chi si ama.” Marco Piccat
BOLLEA GIACINTONasce a Saluzzo nel 1928 dove concluderà i suoi giorni terreni nel 2024. Nel corso della sua vita è stato farmacista e insegnante. Ha scritto il testo di Saluzzo tra le vecchie nuove mura (Agistudio, Savigliano 1984). Ha collaborato per molti anni con la rivista ”Cuneo Provincia Granda” e con il settimanale “Corriere di Saluzzo”. Ha scritto Elva – Le parole ritornano (Nerosubianco, Cuneo 2008), Elogio del viaggio (Nerosubianco, Cuneo 2010). Èautore, con Bruno Rosano, di Elogio di una valle (L’Artistica, Savigliano 2008). Con la Fusta Editore ha pubblicato Saluzzo, Un invito alla città (2016). |