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IL LAUDARIO DI SALUZZO
Un unicum della poesia religiosa in volgare, tra metà e fine Quattrocento, in Piemonte..." Il Laudario della Confraternita dei Battuti è contenuto in un manoscritto della fine del XV secolo, conservato nell’Archivio della stessa, in Saluzzo...
Un unicum della poesia religiosa in volgare, tra metà e fine Quattrocento, in Piemonte..." Il Laudario della Confraternita dei Battuti è contenuto in un manoscritto della fine del XV secolo, conservato nell’Archivio della stessa, in Saluzzo.
Si compone di un trentina di laudi “preghiere cantate in onore di Cristo, della Vergine o dei Santi”, scritte in una lingua letteraria sovraregionale con tracce del dialetto ligure e della parlata piemontese locale.
Apparteneva alla Confraternita saluzzese dei Battuti ed era utilizzato nelle funzioni liturgiche e durante i riti processionali. La Compagnia, composta da laici, perseguiva l’obbietivo di soccorrere il prossimo, aiutando i poveri e curando i malati della Città, meditava sulla Passione di Cristo cui si immedesimava con la pratica della flagellazione, e cantava in una lingua venuta da lontano – e che andava adattando al mutare dei tempi – la propria sincera fede religiosa. Il laudario di Saluzzo, per la prima volta edito integralmente, è attualmente il più antico tra quelli conservati in Piemonte e sebbene appartenga all’ultimo periodo di diffusione manoscritta del genere, risulta di particolare interesse storico-culturale e linguistico perché offre l’opportunità di entrare nella religiosità popolare di un’epoca che aspirava alla pace e al benessere della Comunità saluzzese, lavorando, cantando e pregando il Cielo di farsi terra.
Scheda tecnica
- Pagine
- 272
- Formato
- 14x20
- ISBN
- 978-88-98657-17-9
- Autore
- Marco Piccat
- Edizione
- Prima edizione marzo 2015
Piccat MarcoMarco Piccat, professore eminente, ex Direttore del Dipartimento di Filosofia, Lingue e Letterature Straniere della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Trieste. Si occupa dell’edizione di testi in lingua volgare, privilegiando l’area nord-italiana, francese, provenzale ed iberica, (con interessi per le tradizioni agiografiche, le canzoni di gesta, i trattati di falconeria, le ‘enciclopedie’ popolari, il teatro sacro e le leggende apocrife, le narrazioni apocalittiche e i viaggi nell’Oltretomba, il genere odeporico, gli antichi testi piemontesi e la cultura letteraria del Marchesato di Saluzzo) e dell’interpretazione iconografica dei cicli ad affresco del Quattrocento europeo. Ha pubblicato, nel 2008, Le Livre du Chevalier Errant di Tommaso III di Saluzzo, Araba Fenice, Boves; in collaborazione con L. Ramello Le Mystère de Griseldis, Cuneo, 2011; con C. Pugliese e P. Arribas Briones Vida y muerte de dos peregrinos picaros y conversos, Castrojeriz, 2013; con A. Cifani, F. Monetti, C. Venegoni La cappella di Santa Maria di Missione di Villafranca Piemonte. Un capolavoro del gotico internazionale italiano (Allemandi, Torino 2014); ha curato, nel 2008, con R. Comba, gli Atti del Convegno Immagini e miti nello “Chevalier Errant” di Tommaso III di Saluzzo, e La cultura a Saluzzo fra Medioevo e Rinascimento. Nuove ricerche, Società per gli Studi Storici, Cuneo, e con L. Ramello, G. Gasca Queirazza, Il canzoniere provenzale To e altri saggi filologici, (1962-2009), e Memento mori. Il genere macabro in Europa dal Medioevo a oggi, (Alessandria, Edizioni dell’Orso, 2014). |