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L’Aquila torna sempre al suo nido è il racconto di una fuga coraggiosa, di una scelta che segna un’intera esistenza e di un legame inaspettato che non si spezzerà nonostante la distanza e il passare del tempo. È una storia di destini incrociati, di un’aquila che, dopo aver spiccato il volo, non dimentica mai da dove proviene, e di un ritorno che riaprirà vecchie ferite e darà un volto al passato.
Una linea di filo spinato elettrificato e guardie con l’ordine di sparare a vista: questo è il confine dell’Albania comunista. Una zona di morte che divide gli albanesi dal resto del mondo, dove la povertà e la miseria regnano sovrane. È da questo inferno che Marco, la moglie Marta e il loro figlio Ilir, di soli sette anni, cercano disperatamente la via di fuga. Il loro viaggio verso la libertà li porta ad affrontare l’insormontabile, un confine che ha già inghiottito le speranze di innumerevoli persone. Nonostante la minaccia di condanna a morte o di una vita intera in prigione, la famiglia è spinta da una voglia irrefrenabile di andare via. Quando il destino li mette faccia a faccia con un giovane soldato, la tensione si taglia col coltello. La vita del bambino, l’innocenza, e un’arma puntata contro di essa, diventano la chiave di un crudele ricatto. In un momento di estrema disperazione, Marco è costretto a una scelta impossibile per salvare la sua famiglia, una scelta che avrà conseguenze per lui, per il soldato e per la sua gente...
Imami SamiNasce a Tirana in Albania nel 1961. Laureato in agronomia, lavora come insegnante presso il Liceo agrario Iballe, a nord dell’Albania, fino al 1990. Costretto ad emigrare in seguito al collasso economico e i disordini sociali del Paese arriva in Italia nel 1994. Da allora lavora nel torinese, luoghi che ama particolarmente e lo inducono a scrivere in italiano. Diventato cittadino italiano dal 2011, vive a Saluzzo con la propria famiglia. Con la Fusta Editore ha pubblicato Un mare due popoli una storia (2019) e La primavera arriva sempre in ritardo (2023). |