Novità
Nuovi Libri
-
-
-
-
Adriano Mattio
I CAVALIERI DEL RE DI PIETRA
Alpinisti saluzzesi tra le pareti del Monviso nel nuovo millennio23,00 €
NEU E AURO
Al cuore della poesia di Piero Raina c’è la montagna - la sua, le sue montagne. Le valli, «le valade», ne sono a un tempo parte integrante (in queste zone «le valli» designano l’insieme del territorio) e rovesciamento simbolico: dalle vette al fondovalle il poeta distribuisce i suoi valori etici e poetici in modo cristallino: in basso il mondo affannato, inquinato, cupo degli uomini soli...
Tracce audio scaricabili dal sito per chi ha acquistato il libro con le poesie recitate dall'autore
Al cuore della poesia di Piero Raina c’è la montagna - la sua, le sue montagne. Le valli, «le valade», ne sono a un tempo parte integrante (in queste zone «le valli» designano l’insieme del territorio) e rovesciamento simbolico: dalle vette al fondovalle il poeta distribuisce i suoi valori etici e poetici in modo cristallino: in basso il mondo affannato, inquinato, cupo degli uomini soli nella folla; in alto il mondo sano, puro, luminoso di una solitudine serena perché in sottile contatto col circostante, con la memoria e con il trascendente. La montagna non è quindi solo un tema, un paesaggio: è anche un simbolo, e come ogni simbolo ha una natura doppia che risolve due opposti.
Le montagne di Raina sono quelle della Val Maira, e più in generale delle valli occitane piemontesi, con una configurazione precisa: seguono una direttrice est-ovest. Il Maira definisce così un versante esposto a nord e uno a sud. Non a caso nell’occitano sud-orientale, sin dall’antico provenzale, questa orografia ha prodotto una coppia di termini, passati (pressoché immutati) in francese: l’adrech, ossia il versante soleggiato, a mezzogiorno, e l’ubac, il versante in ombra, a settentrione.
La montagna, in definitiva, è più di un simbolo: è un archetipo. È il legame tra i due mondi, terreno e ultraterreno, e contiene tanto la luce quanto l’oscurità, l’adrech e l’ubac. Il soggetto ne è ora parte integrante, ora esiliato. Ma, per Raina, la montagna muore quando l’uomo l’abbandona: il suo canto è, così, un omaggio di vita. Possa la lingua del luogo, affilata in poesia, incidere sul territorio e contribuire a rivitalizzarlo.
La montagna, in definitiva, è più di un simbolo: è un archetipo. È il legame tra i due mondi, terreno e ultraterreno, e contiene tanto la luce quanto l’oscurità, l’adrech e l’ubac. Il soggetto ne è ora parte integrante, ora esiliato. Ma, per Raina, la montagna muore quando l’uomo l’abbandona: il suo canto è, così, un omaggio di vita. Possa la lingua del luogo, affilata in poesia, incidere sul territorio e contribuire a rivitalizzarlo.
Raina, Salvagno, Tardivo
Scheda tecnica
- Pagine
- 112
- Formato
- 14x21,5
- Autore
- Piero Raina
- Edizione
- Giugno 2008
- ISBN
- 9788895163109
|