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Tout acò l’ei pouezìo? Tuchi i ora pro nobis apres na litanìo ente ‘n oste na chansoun pa ben finìo ‘n journ d’enchant ‘nte tuchi vòlen dì la sio. La vito cour vio en pouezìo?
“... E poi ecco saltare fuori figure come quelle di Giacomino Genti: voci genuine e spontanee, pur nella loro estraneità alla “civiltà letteraria” e nella carenza di retroterra culturale, ma che proprio per questo rispecchiano fedelmente la società e la cultura odierne delle nostre valli. ... Nella sincerità di questi versi, così come nell’ingenua ricerca della rima baciata traspare un animo gentile, mite, puro, che ha saputo conservare e trasmettere, nonostante l’emigrazione nizzarda, o forse proprio in forza di essa – l’attaccamento profondo alle radici e alla sua terra. ... Un ricco mondo interiore che Genti ha scelto con coraggio di comunicare nella lingua ancestrale della sua valle e della sua Roure, una lingua che, anche grazie a queste poesie, potrà forse sperare di salvarsi dall’oblio e dal conformismo linguistico.” dalla prefazione di Diego Anghilante.
GENTI GIACOMINONasce a Melle, in Val Varaita nel 1960. Maggiore di sette fratelli e sorelle, ha abitato a Rore fino a 26 anni. Svolge diversi lavori prima di stabilirsi a Nizza, dove si trasferisce per amore. Nonostante la nuova vita, mantiene un forte legame con le sue origini e la sua terra. è padre di due figlie che hanno un legame forte con Rore, le feste, le danze e la musica. I primi componimenti in occitano «nosto modo», sua lingua materna, a suo dire sono nati mentre correva sui sentieri. Attraverso le sue poesie esprime l’amore per la sua terra, la famiglia e affronta anche temi sociali di rilevanza. Le sue opere riflettono una grande sensibilità, un profondo attaccamento alle tradizioni e un impegno verso le questioni contemporanee. Si è impegnato nella comunità e nei valori tradizionali del suo paese d’origine, partecipando fin da piccolo alla Baìo di Rore, in cui nel 2012 ha ricoperto il ruolo di Abbà. |