La Terra Brigasca alle sorgenti del Tanaro
Questo libro spiega e documenta la storia delle terre di confine alle sorgenti del Tanaro nel cuore delle Alpi Liguri. Dalla formazione dei primi insediamenti pastorali segnati dai ritmi secolari della transumanza, allo sviluppo delle economie che avevano nelle acque del fiume il motore principale. I mulini, le segherie ed altri ingegni, come quello creato per permettere la fluitazione del legname a valle ricostruito e illustrato con una precisa identificazione dei luoghi. Con preziose documentazioni fotografiche e cartografiche l’autore esplora  a fondo luoghi, nomi  mitici e suggestivi avvolti nel tempo in un’avvincente aura di mistero.  
Un ampio spazio è dedicato ai racconti, alle memorie, alle leggende tramandate da generazioni raccolte negli anni, come le tradizioni popolari e la toponomastica, oggetto di un’ampia e approfondita indagine.

Il territorio intorno alle sorgenti del Tanaro, al centro delle Alpi Liguri, ha conosciuto un’occupazione umana stabile a partire dalla prima metà del XVII secolo, ma è stato frequentato più o meno intensamente fin dalla preistoria, di cui rimangono tracce materiali e importanti tracce toponomastiche che occupano una parte di questo lavoro.
Da sempre territorio di confine, luogo quindi di scontri ma anche di incontri, realtà complessa ed articolata, incrocio di culture, di storia e di storie, di situazioni ambientali e naturali estreme; luogo di sedimenti di memorie che vanno oltre gli insediamenti stabili dei centri abitati e delle popolazioni che li hanno generati ed edificati tra mille peripezie, fatiche e difficoltà. 
Dagli antichi Liguri alle moderne popolazioni Brigasche, Liguri e Ormeasche, dalle vicende che hanno portato al suo popolamento, dalla cultura materiale della civiltà pastorale transumante e contadina di queste Alpi del mare che ne hanno marcato il carattere, alla formazione di un immaginario legato al suo ambiente a tratti spaventoso, fatto di cime rocciose e di abissi, portatore di “segni” al pari dell’ambiente antropico modellato secondo esigenze pratiche ma anche attraverso modelli originali come la cosiddetta “casa celtica”, parte di quel patrimonio materiale ed insieme culturale. Mondo popolato di creature fantastiche, selvatiche e di santi, ma anche di solida gente che per secoli ha ricavato da queste rocce e da queste acque tutto il necessario per vivere ben piantata nella terra, che ha saputo convivere con il suo fiume e i suoi torrenti, facendovi navigare i suoi legnami, girare le ruote delle segherie e dei suoi mulini.