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Il movimento di opposizione alla Grande Guerra è un lungo filo rosso che ha radici nel sovversivismo di fine secolo e nella campagna di Libia, si forma con il dibattito tra neutralisti e interventisti prima dell’entrata in guerra, e sboccia nelle rivolte sociali per il ritorno alla pace tra 1916 e 1917
Il movimento di opposizione alla Grande Guerra è un lungo filo rosso che ha radici nel sovversivismo di fine secolo e nella campagna di Libia, si forma con il dibattito tra neutralisti e interventisti prima dell’entrata in guerra, e sboccia nelle rivolte sociali per il ritorno alla pace tra 1916 e 1917. Per la prima volta Graziano Mamone segue questa linea considerandola in ottica di continuità, e lo fa attraverso il Casellario politico centrale e le carte di Pubblica Sicurezza, che per decenni hanno registrato, seguito e analizzato i profili di rivoluzionari reali o presunti.
L’area di riferimento abbraccia Basso Piemonte, Liguria di Ponente e Provenza: una regione non circoscritta da confini amministrativi, e diversa per caratteristiche ambientali, socio-produttive e culturali, ma segnata da ricchi scambi e relazioni transfrontaliere.
Mamone GrazianoGraziano Mamone è dottore di ricerca in Storia Contemporanea. Collabora con l’Archivio Ligure della Scrittura Popolare di Genova, l’Istituto di Studi Storici Postali di Prato ed è membro del comitato scientifico dell’Istituto Storico della Resistenza e dell’Età Contemporanea di Imperia. Attualmente svolge attività didattica e di ricerca presso l’Università di Genova.
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