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Roberto Jorge Payró
Patagonia e Terra del Fuoco sotto il dominio Argentino
Reportage di un giornalista di fine 80025,00 € -3% 24,25 €Su incarico del proprio giornale, il cronista si imbarca per l’estremo Sud della Repubblica Argentina, alla scopo di visitare e raccontare ai lettori lande fino a quel momento poco conosciute dai più, e dunque spesso oggetto di pregiudizi inconsistenti. Vengono presentati – non senza un certo umorismo – gli altri passeggeri del piroscafo. Poi, man mano che la navigazione procede, conosciamo i successivi luoghi di sosta, la loro storia, i loro abitanti, le caratteristiche geomorfologiche e naturali dei territori (descrizioni nelle quali la penna di Payró eccelle), fino a quando il corrispondente sbarca sull’Isola degli Stati e vi rimane per molte settimane, in attesa del cargo successivo, col quale tornare a Buenos Aires. Durante questo soggiorno prolungato, ha modo di raccogliere ulteriori informazioni, esperienze proprie e altrui, così da fornirci un quadro vivo e appassionato di quelle terre di frontiera. Non mancano riferimenti letterari e figurativi, ma nemmeno energiche prese di posizione in campo sociale – riguardino esse le tristi vicende degli indigeni o quelle parimenti dolorose dei prigionieri deportati – e neppure una certa compassione nei confronti degli animali uccisi. Se c’è un libro altrui al quale apparentare Patagonia e Terra del Fuoco sotto il dominio argentino, questo potrebbe essere senz’altro il praticamente contemporaneo L’isola di Sachalin, di Anton Čechov: analoghi (seppur geograficamente speculari) i paesaggi percorsi, analoghi i tipi umani incontrati, analoga l’attenzione empatica dei due autori verso le vicissitudini di questi soggetti, analoga pure la prosa, di millimetrica precisione evocativa. Una lettura intensa, tale da lasciarci più ricchi di conoscenze e di emozioni.
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Fulvia Viola Barbero
La Decima Masca
1495: Marchesato di Saluzzo, i processi alle streghe tra leggenda e storia18,00 € -3% 17,46 €Marchesato di Saluzzo - Rifreddo - Ottobre dell'A.D. 1495
In una giornata d’autunno una fanciulla bellissima viene accusata da un giovane contadino di operare maleficia ad amorem, cioè di far uso di pratiche magiche per istupidire gli uomini con incantesimi erotici. Altre donne del luogo sono accusate di abbandonarsi ai riti sacrileghi della mascaria: il patto col diavolo, lo spregio dei sacramenti, le danze notturne. Incaricato di far luce sui misfatti consumati in riva al fiume Po nelle notti di luna piena, è il famoso inquisitore Vito dei Beggiami dell’ordine dei padri Predicatori proveniente dal convento di San Domenico di Savigliano. In realtà, l’indagine del giudice inizia da un omicidio preterintenzionale tutto terrestre e finisce risucchiata in un vortice soprannaturale di origine diabolica, tra reminiscenze oniriche, ricostruzioni surreali e confessioni estorte. Le donne coinvolte furono nove, ma della misteriosa Eloisa, di cui si decantava lo splendore degli occhi violacei negli antichi racconti, non v’è traccia nei verbali dell’azione processuale sopravvissuti alle ingiurie dei secoli. Tra le carte dell’inquisitore affiora però qualche indizio interessante: un paio di cenni criptici che potrebbero sospingere la sua evanescente presenza al di là della sola aura leggendaria. In un intreccio tra leggenda e storia, la Decima Masca è una ricostruzione romanzata che dà vita a un bisbìglio e forma a un segreto, guidando il lettore in un appassionante viaggio storico attraverso gli anni di fine Quattrocento, il cruciale arco di tempo in cui stava per consolidarsi definitivamente la famigerata caccia alle streghe in Europa.
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Antonella Filippi
Andrea Filippi - Il sogno di una vita
Vita di un alpinista, allievo di Gervasutti, ideatore della Scuola di scialpinismo SUCAI24,00 € -3% 23,28 €La biografia di un alpinista scritta dalla figlia che ha perso il padre, morto sulla cresta del Furggen nel 1959, quando lei aveva solo tre anni. Il volume è frutto di una ricerca minuziosa, resa possibile grazie alla numerosa documentazione che in questi lunghi anni è stata gelosamente conservata dalla famiglia. I diari, le lettere, i numerosi scritti, le fotografie inedite di Andrea hanno dato vita al ritratto di un giovane torinese vissuto a cavallo della metà del ‘900, tra il regime, la guerra e l’attivismo post bellico. La figura di Andrea è soprattutto quella di un uomo che aveva fatto della montagna la sua ragione di vita, una passione che si era intrecciata indissolubilmente con l’amore per la donna della sua vita, Alfonsina. Come scrisse di lui Massimo Mila, Andrea era «così meravigliosamente candido, generoso, puro… un animo limpido». Il suo entusiasmo per la vita e il suo grande attivismo, facevano di lui un vero vulcano di idee: le sue proposte ai compagni della SUCAI e del CAI portarono nel dopoguerra a risultati rimasti nel tempo. La capanna Gervasutti, da lui voluta e costruita in ricordo imperituro del suo Maestro, i bivacchi Balzola e Manenti, nati per sua iniziativa, la Scuola di scialpinismo della SUCAI, che vide la luce nel 1951 grazie alla sua volontà. La montagna se lo prese nel fiore dei suoi anni, ma Andrea lasciò dietro di sé una grande eredità che è ancora presente e viva nel cuore di sua figlia.