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  • Categorie: Novità
  • Marca: BUZZATI DINO - BERNARD GIOVANNI
  • Marca: Dalmasso Laura
  • BÀRNABO  D’ES MOUNTANHES - Bàrnabò delle montagne
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    Giovanni Bernard

    BÀRNABO D’ES MOUNTANHES - Bàrnabò delle montagne

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    Tùchi vivoun coùmo se da en moumént a l’àoutre la deves aribàr carcùn pa couneisù. Bàrnabo, joùve gàrdobouòsc, l’ei lou premièr persoùnage de Buzzati que vioou en quitont pa jamès d’atende: ei guerdio, joùr après joùr, lou soulei que se levo e que se coujo sus mountanhes, couneissont coùmo-cò sòque la vol dir daboùn atènde. L’ei sémpre el lou premièr a viooure lou témp coùmo lou respoùnsable pa visible d’la nosto ezistonso, oubè si pichòt senhàl qué pos pa toùchar ma què restun per sémpre. Tutti vivono come se, da un momento all’altro, potesse giungere qualcuno di ignoto. Bàrnabo, giovane guardaboschi, è il primo personaggio di Buzzati a vivere profondamente l’attesa: scruta, giorno dopo giorno, la luce che nasce e si spegne sulle montagne, conoscendo l’essenza stessa dell’aspettare. È sempre lui a fare per primo esperienza del tempo come regista invisibile dell’esistenza, con segnali lievi, impalpabili e distratti, ma definitivi. Bàrnabo delle montagne – esordio letterario di Buzzati – rivela già quel tono favolistico e morale che segnerà la sua opera, aprendo la strada a una narrazione sospesa tra sogno, incubo e realtà.

  • Don Costanzo Demaria - Un prete partigiano
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    Laura Dalmasso

    Don Costanzo Demaria - Un prete partigiano
    Tutto questo per un sacco di grano

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    Il triste epilogo, del 14 settembre 1944, della vita di don Demaria, parroco di San Chiaffredo di Busca, che ha visto coinvolti anche due giovani innocenti, voleva rappresentare una lezione significativa per tutta la popolazione. Don Demaria, dopo l’8 settembre 1943 non aveva avuto dubbi in merito all’appoggio del Movimento di liberazione. La canonica era diventata un punto strategico per i passaggi di informazioni e per gli approvvigionamenti di generi di prima necessità. Lo stesso nipote adottivo era entrato a far parte della Resistenza appoggiato oltre che dal parroco anche da alcune famiglie ivi residenti. Queste scelte non erano sfuggite al governo fascista che in più di un’occasione cercò di cogliere in fallo il prete partigiano, ma egli grazie al suo atteggiamento scaltro ed astuto riuscì, fino a quel tragico episodio, a fuggire. Con il sacrificio della sua vita e di quello di due giovani innocenti, Bartolomeo e Luigi, don Demaria offre una testimonianza di pastore che, anche di fronte alla tempesta più violenta, non cessa di vivere la sua fede forte ed arriva ad offrire la sua vita in cambio di quella dei suoi compagni di sventura. Egli fino all’ultimo combatte con l’arma della Fede e se non gli è possibile salvare la vita terrena fa il possibile per agevolare loro in quella ultraterrena. Il loro sacrificio non è stato vano, come cittadini abbiamo il dovere di fare memoria, in quanto il fiore della libertà può appassire, ma se ha le radici non muore e rinasce a nuova vita.